Lo sforzo del nuovo Baglioni cantare la realtร con la poesia

Lo sforzo del nuovo Baglioni cantare la realtà con la poesia GINO CASTALDO Ha perfettamente ragione Baglioni a lamentarsi del fatto che quando faceva le cosiddette "canzoni da falò" lo rimproveravano per non fare di più, e da quando fa canzoni complesse lo rimproverano di non fare più canzoni da falò («qualche mese fa avevo anche pensato di lasciare»). Destino avverso di chi ha impresso un forte marchio a quel sottogenere di canzoni che si cantano tra amici, cinguettando emozioni d'amore. Ma il cantautore si sforza in ogni modo, e dopo dieci anni di silenzio (parlando di inediti, perché non è mai mancato dalla scena) ha prodotto finalmente un disco di nuove canzoni, intitolato Con voi pieno di doppisensi tra l'idea del convoglio e quello della partecipazione collettiva. Doveva essere il frutto della sua nuova vena da immediate songs da mettere serialmente in rete, e invece è come al solito un disco laborioso. Ma una novità c'è: i testi, che erano il suo maggior cruccio artigianale, li ha scritti in pochissimo tempo, e si sente, nel senso che scorrono lisci e agili su una complessa e a volte, diciamolo, pesante coltre di arrangiamenti in cui, per sua volontà, si avvertono i riverberi di paesaggi ispirati alla diversità del mondo. «Nato così, cuore di cervo, illuso o no ladro di stelle» cantae in questo c'è tutto il vecchio Baglioni, ma poi conclude con Isole del sud, dove il dramma dei migranti è cantato con rara intensità poetica, segno, questo sì, di un nuovo Baglioni.

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