Baglioni , nuovo cd e la rivelazione: per la depressione volevo ritirarmi

Baglioni , nuovo cd e la rivelazione: per la depressione volevo ritirarmi Marco Molendini Baglioni, nuovo cd e la rivelazione: per la depressione volevo ritirarmi a pag. 27 Otto mesi fa, racconta Claudio Baglioni, aveva deciso di chiudere "senza piagnistei". Ci aveva pensato davvero, a mollare, dopo dieci anni sterili, senza canzoni nuove: «In realtà, nel frattempo, avevo fatto tanto: ho cantato le canzoni di altri, ho rifatto il mio primo lp, Questo piccolo grande amore . Ecco, chiudere con Qpga mi sembrava un percorso perfetto. Tanto più che non mi sembra che in queste decennio la musica abbia prodotto cose memorabili, comprese le mie». E, invece, eccolo con un album tutto inedito, ConVoi , nella stessa sala Ellisse dell'Hilton dove, 44 anni fa, aveva lanciato il primo 45 giri, Signora Lia . Ricorda, dopo aver preso la chitarra e ricantato quella canzone come allora: «In realtà si doveva chiamare Signora Lai . Ma, quando feci il provino alla Rca, mi accorsi che il fonico si chiamava proprio Lai. Temendo chissà quali conseguenze, visto che era la storia di una donna che aveva cornificato il marito, all'istante la Signora Lai divenne Lia». Fu il successo e la sua vita cambiò. «Non c'è dubbio, sono un figlio fortunato dell'epopea del disco. La cosa buffa è che mi ritrovo qui, ancora sotto contratto con la stessa casa discografica: in Italia le cose non cambiano mai, abbiamo anche lo stesso governo da 45 anni». La musica le ha dato tanto... «Lo so. Ma nessun artista è mai felice. A un certo punto diventi insoddisfatto. C'è un doppio sentimento, da una parte vorresti essere infinito, dall'altra finire un' opera, un lavoro è una sofferenza, pensi sempre che avresti potuto fare di più e meglio». Il nuovo disco le provoca ansia? «Mi è successo come quando ho finito Oltre , era il '90. Mi aveva praticamente divorato e scelsi di scappare. Rimasi isolato per tre mesi, poi mi hanno scovato e richiamato per fare promozione. Fare un disco ti succhia l'anima. Tre mesi fa mi è venuta una depressione profondissima». Ma non è scappato. Ed ecco il nuovo parto. «Ed è il frutto della scelta di rinunciare all'idea di fare un album, ma piuttosto di andare indietro agli anni 60, quando c'erano i 45 giri. Avere stretto un patto con me stesso di scrivere una canzone ogni due settimane e pubblicarla su internet per sentire le reazioni è stato anche un modo per combattere la mia mania di gigantismo». È partito da materiale che già c'era? «Sono stato tre mesi a riscrivere tutto ciò che avevo annotato dovunque, sul dorso dei libri, sui tovaglioli di carta. Per mesi non ho fatto altro che cercare la parola giusta, anche quando leggevo le avvertenze dei medicinali». Seguirà un tour? «Sotto Natale, riprendo Dieci dita , il mio one man show che sarà all'Auditorium e girerà anche in altre città. Poi, a gennaio, mi rimetterò a scrivere. L'ultimo brano di questo disco, Isole del sud , sembra già il primo di quello nuovo». Il primo marzo, a Pescara, partirà il nuovo viaggio. Recupererà le date saltate per colpa del calo di voce? «Vorrei recuperare il concerto nel mio quartiere, a Centocelle. Comunque farò tre date al Palalottomatica, il 18, 19 e 20 marzo». In tutto ciò c'è ancora spazio per il suo festival della solidarietà O'Scià : Lampedusa, in queste settimane, è nell'occhio del ciclone. «Francamente mi sento scoraggiato. Non credo ci siano più soluzioni, quel problema è stato affrontato malamente dalla politica. È inutile accusare l'Europa quando non si sa cosa fare. Temo che ci siamo abituati ai 900 milioni di esseri umani che nel mondo muoiono di fame e di guerre». Ogni anno viene chiamato in ballo per Sanremo. Che fa stavolta? «Se in tv presento un pezzo nuovo mi chiedono subito di fare un medley di quelli vecchi. Siamo un popolo di medley. Il passato ha vinto su tutto e io so di essere uno dei colpevoli con Anima mia , fatta insieme a Fazio. Oggi la tv è ammalata di reducismo e c'è l'omologazione creata dai talent. Il bello è che poi la maggior parte di noi ci va da ospite, non so con quale coerenza». ConVoi contiene 12 pezzi cantati e tre strumentali. I brani sono solidamente baglioniani, seguono un gran filo melodico e una struttura complessa («lo so, mi accusano di non fare più canzoni da falò, ma quando le facevo mi accusavano di non fare canzoni più complesse») con citazioni da Puccini, dai Procol Harum. C'è perfino il "quant'è bella giovinezza..." di Lorenzo il Magnifico. Dice Claudio: «Una volta pensavo che il futuro fosse il nostro tempo migliore, ora mi viene da pensare che del doman non v'è certezza».

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