LA TERZA VITA DI BAGLIONI

LA TERZA VITA DI BAGLIONI «Sono sopravvissuto a una depressione artistica» LEONARDO IANNACCI «Questo disco è stato scandito dall'adrenalina di fare musica ma anche dal panico tipico dell'attore che, pochi attimi prima di andare in scena, scosta il sipario per controllare quanta gente c'è in sala». Sorride Claudio Baglioni al vernissage di Con voi (Sony Music), il primo album di inediti dopo dieci anni di best-off, remake discografici, libri, tour e tante edizioni di O'Scià, il festival lampedusano che quest'anno ha chiuso i battenti, quasi arrendendosi anch'esso ai drammi dell'isola («La politica in questi anni non ha mosso un dito per evitare i disastri delle persone che muoiono in mare. Ora non c'è più niente che io, da artista, possa fare», ammette il cantante con malinconia). Il sorriso di Baglioni è stiracchiato e sono evidenti i segni di mesi di sofferenza artistica che hanno prodotto le 12 canzoni dell'album. Un lungo periodo nel quale Baglioni, che prima dell'estate ha perso l'adorata mamma, è stato persino sul punto di dire basta con la musica. E invece... Cosa l'ha fatta cambiare idea? «L'essere sopravvissuto a una depressione artistica che mi ha causato graffi e ferite. Sono guarito seguendo un nuovo percorso creativo: mi sono ricordato degli anni '60 quando si facevano uscire dei 45 giri per arrivare all'album completo. E sono partito dai singoli che ho proposto in estate, a distanza di due-tre settimane l'uno dall'altro, su iTunes. Ognuno con un tema e una cover diversa. Tante storie hanno ora formato un libro». Il bilancio di questo esperimento? Ci sembra positivo. Nel disco ci sono canzoni molto ricercate: la tracklist Con voi , Gli anni della gioventù con versi di... Lorenzo il Magnifico, la struggente In un'al tra età , l'intesa Una storia vera . «Ho capito, al di là di una certa schizofrenia che mi ha accompagnato nella scrittura, cosa significa la libertà artistica. Mi sono riappropriato del concetto di tempo, non sono stato schiavo di scadenze capestro da parte della mia casa discografica. Ho fatto un po' quello che volevo, rischiando brano per brano ma, alla fine, il consenso su iTunes ha alimentato quella serenità che stavo smarrendo. Da quei lavori in corso è nato il disco, cioè la casa finita». Che non sarà il suo canto del cigno, vero? «Prima di Natale partirò con Dieci Dita, un tour solista. Nel 2014, via a un altro tour nei palasport e alla seconda parte di Con voi ». Nel disco ha ripescato idee ed emozioni musicali degli anni '60: c'è anche un rimando ai Procol Harum. Segno che negli ultimi anni la musica non ha proposto nulla di nuovo? «È così. Compresa la mia, beninteso. Oggi la musica, anche in tv, è malata di reducismo». Non è la prima volta che lei viene dissanguato emotivamente da un disco. Vero? «Vent'anni fa, quando feci uscire Oltre , venni divorato dalla mia musica. Mi è successa la stessa cosa». Cosa replica a chi cerca, oggi, nei suoi dischi la nuova Questo piccolo grande amore ? «Quando scrivevo E tu oppure Sabato pomeriggio mi chiedevano canzoni introspettive, sa? In questo disco non c'è musica da falò ma roba più introspettiva con la quale cerco di esistere come uomo e come artista».

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