L`emozione di Baglioni : ยซMi hanno concepito quiยป

Il concerto A «Piano & Jazz» trionfo del cantautore romano L'emozione di Baglioni : «Mi hanno concepito qui»   In quegli "scogli di carbone dolce", come recita il testo, c'è tutta la struggente recherche che un romanticone con il cuore e la mente volta ai ricordi non poteva lasciarsi sfuggire. E così l'emozione vola alta quando Claudio Baglioni sul palco del Negombo per il festival "Piano & Jazz" intona Io dal mare , la sua canzone formato "prenatal", scritta in omaggio al luogo dell'incontro fatale fra i suoi genitori. Una melodia che ufficializza, non senza una presentazione spruzzata d'ironia, il suo concepimento avvenuto proprio ad Ischia. «Me lo hanno raccontato in due momenti diversi sia mio padre che mia madre», spiega all'arena di San Montano piena come un uovo. «Ed io, nonostante trentenne e già papà a mia volta, non volevo crederci, perché non sapevo che potessero accadere queste cose...», ci ha scherzato su il cantautore romano. Che a dire il vero per una notte, la notte stellata di Lacco Ameno, deve essersi sentito molto napoletano, ispirato dal golfo e dai profumi delle mortelle. Intonando poi, accompagnato dal suadente tocco pianistico di Danilo Rea, la Reginella originale, usata a mo' di intro per la sua di Reginella , quella del brano scritto nel '95. L'uso del dialetto è abbastanza sicuro, e per le tantissime fan campane che lo accolgono con cori e striscioni in fondo è un modo per sentirlo ancora più vicino. Ma il rapporto di Baglioni con la melodia partenopea è più forte e radicato di quanto si possa immaginare. «Chissà - racconta poco dopo - proprio per questi mari e per questa isola quanti ne sono passati». Sono i bastimenti partiti pe' terre assaje luntane , di quella struggente Santa Lucia scritta da E.A. Mario nel 1919 e che Claudio aggiunge alla scaletta, regalando un so che di moderna malinconia a quello storico brano, in tempi di "boat people" e di annunciate tragedie del mare. Tanta Napoli quindi, ma anche un po' di jazz. Quello assicurato dagli interventi di Rea ma soprattutto del Calandra Jazz Trio conosciuto a Lampedusa, «un'altra isola, ma un po' più piccola di Ischia», spiega al pubblico, «dove nel festival "O' scià" sono nati incontri musicali di ogni tipo». Proprio come quello del brano finale, Mille giorni di te e di me , in cui sul palco del Negombo si sono ritrovati Danilo Rea, il suddetto trio e un certo Paolo Fresu, che con il suo flicorno ha spinto in direzione molto jazz uno degli hit pop più celebri di Baglioni. Stasera intanto in scena alle 21.30 nell'Arena del Negombo ci torna la bella pianista giapponese Hiromi, stavolta con il suo trio americano con Anthony Jackson al contrabbasso e Steve Smith alla batteria, per presentare la sua miscela esplosiva di jazz, condito con ritmi ed atmosfere tipicamente fusion.

Condividi su: