Due notti di note nel cantiere di Baglioni

Due notti di note nel cantiere di Baglioni Passa finalmente anche da Napoli, per un bagno di folla al Palapartope stasera e domani, il «ConVoi Retour» di Claudio Baglioni. Il cantautore indossa l'elmetto con cui si è presentato anche a Sanremo da Fabio Fazio, e porta in giro uno spettacolo di successo costruito come un cantiere, interpretato come un «simbolo di un luogo in cui si lavora, insieme, per costruire qualcosa di grande, di bello, di importante, per tutti». Partendo, però, «dalla piccola grande bellezza di canzoni che ormai rappresentano un pezzo di vita in comune con il mio pubblico». Uno spettacolo come sempre kolossal nella durata come nell'allestimento, un rosario di hit per la gioia di ormai piuฬ€ generazioni di fans, come conferma anche il successo del contest lanciato dal sito de «Il Mattino»: abbiamo chiesto ai nostri lettori di definire nei 140 caratteri di un tweet che cosa rappresentano le canzoni del divo Claudio, abbiamo ricevuto email da ogni parte d'Italia, scritte da baglioniani della prima ora come di recentissima acquisizione e di età ben piuฬ€ giovane, spesso i figli hanno partecipato al contest per fare un regalo ai genitori, o i mariti alle mogli. Abbiamo scelto i quattordici fortunati vincitori tra migliaia di risposte, spesso piuฬ€ lunghe del richiesto, spesso costruite giocando con titoli ormai emblematici come «Strada facendo» e «La vita adesso». A quattro, autori della definizione piuฬ€ originale e vivace, regaleremo addirittura la possibilità di un incontro con Baglioni, prima del concerto di stasera. A tutti, i vincitori, ma non solo, abbiamo chiesto di raccontare poi lo show, e per i superfortunati l'incontro, mandando foto ed email della loro esperienza baglioniana all'indirizzo [email protected]. «Nel corso degli anni sono cresciuti loro, sono cresciuto io. Siamo cresciuti insieme», dice Claudio a proposito dei suoi fans e del rapporto speciale che lo lega a loro: «Quando si ha la fortuna di fare un così lungo tratto di strada fianco a fianco, si ha l'opportunità di conoscersi e di scambiarsi sguardi, gesti, emozioni e pensieri ed è uno scambio che arricchisce e rende migliori. Io non sono quello che ero quarant'anni fa e lo stesso vale per le persone che mi seguono. E ognuno di noi è, almeno in parte, responsabile del cambiamento e della crescita dell'altro. La mia speranza è che le parole e le note cucite insieme fino qui abbiano dato a chi le ha amate e le ama almeno una piccola parte di ciò che chi le ha amate e le ama ha dato e dà a me», conclude l'uomo di «Questo piccolo grande amore». 

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