Morandi- Baglioni sono un diritto

Morandi- Baglioni sono un diritto II concerto di Gianni Morandi e Claudio Baglioni l'ho capito in taxi. Prima, ero impegnata a chiedermi quanto sarebbe durato, con quel repertorio sterminato: certo non si poteva pensare di rinunciare a «Hanno tutte dei problemi: per fortuna io ho te, amore» (Banane e lamponi è il manuale per ogni fedifraga che voglia rassicurare il coniuge), neฬ a «Dai, rifai quel letto, su» (su lo me ne andrei, le baglioniste si esaltano come se fosse una versione italiana di / tutti survivt: niente ci piace come essere quelle insopportabili che rendono la relazione un inferno, dopo decenni di canzonette che ci rappresentavano come vittime). Durante, ero impegnata a chiedermi che fine avessero fatto gli accendini. Sì, sono stati sostituiti dai cellulari. Ma, dopo i primi anni in cui il cellulare lo si agitava, ora siamo tutti impegnati a fare filmini fuori fuoco del concerto: nessuno agita niente. Eฬ€ inaccettabile che Sabato pomeriggio o Canzoni stonate non vengano cadenzate da qualcosa di luminoso, coraggio, ondeggiate quei cellulari. Avevo perso la speranza, ma poi la maglietta fina ha risvegliato la nostra memoria ancestrale: su Questo pìccolo grande amore s'agitavano accendini come fosse ancora il Novecento e si potesse ancora fumare al ristorante. Subito dopo, ero impegnata a osservare il gioco delle parti. Nei camerini, Baglioni diceva all'entourage «il vostro cocco», parlando di Morandi, col tono con cui i genitori che litigano si rinfacciano i capricci di «tuo figlio»; qualche metro piuฬ€ in là, Morandi era condannato alla solita conversazione: puoi aver avuto anche sette carriere nell'arco di cinquant'anni, ma ti chiederanno sempre e solo quanti fan hai su Facebook. Eฬ€ stato solo quando il tassista ha annunciato «Siete sull'unico karaoke taxi di Milano», che ho capito. Il concerto di Baglioni e Morandi è quel diritto che non può essere limitato a chi ha il biglietto; può succedere che il tassista abbia le basi di Un mondo d'amore e di Avrai, e rivendichi il proprio diritto alla dose di Strada facendo che spetta a ogni italiano. Eฬ€ un diritto costituzionale, l'ho capito, esausta ma consapevole d'aver fatto il mio dovere, quando sono arrivata a casa - dopo aver cantato tutta Uno su mille. 

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