BAGLIONI racconta il Natale (in attesa degli inediti)
BAGLIONI racconta il Natale (in attesa degli inediti) Silvia D'Onghia IMagi giungevano per ultimi. Venivano da terre troppo lontane per essere puntuali: i bianchi ghiacciai del tetto del frigo, le dune infuocate del termosifone, gli altipiani aridi e noiosi delle mensole a muro". Ricordi di un bambino classe 1951, suggestioni nate nel tinello di una casa di cinquanta metri quadri in via dei Noci 46, nel popolare quartiere romano di Centocelle. Un padre ingegnoso maresciallo dell'Arma, una madre sarta ed esteta, e quel figlio, unico perché "quest'anno sono rincarati anche i bambini", col sogno di fare l'architetto e la voce temprata da oltre 40 anni di carriera. Claudio Baglioni e il Natale, 26 brani classici da ieri in vendita (Sony Music/Bag Music), le meravigliose foto di Alessandro Dobici e tredici pagine di racconto autografo legate dai fili di una radio, finestra sul mondo quando ancora il mondo si limitava a due camere e una terrazza. Baglioni rivisita, facendoli propri, i tradizionali brani di Natale - da White Christmas all'Ave Maria di Schubert, dal Cantique de Noel a Rocking Carol - in un cd ("Un piccolo Natale in più") prodotto e arrangiato da George Westley alla direzione della Budapest Scoring Symphonic Orchestra. In attesa di quello che sarà "Dieci Dita", il mini-tour natalizio Roma-Milano, e, soprattutto, il cd di inediti attesto per maggio 2013. Il primo dopo dieci anni. Perchè il passato "l'ho avuto e l'ho vissuto. Ed è ancora con me. E con me resterà sempre, perché il passato ha questo di bello: non passa mai. Semmai è nostalgia del futuro. Di un altro futuro. Di quello che sarebbe stato. Di quel tempo che non è continuato così come avremmo voluto".
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